Negli anni ’60, durante gli scavi per la costruzione del Santuario della Madonna delle Lacrime, questa piazza fu il teatro di una inaspettata scoperta: resti archeologici databili tra il VII sec. a.C. e il VI sec. d.C. e tracce di una strada pavimentata che collegava la città con le Necropoli del Fusco, di cui Cicerone narra nelle “Verrine”. Sul naturale corso di questa strada le fonti, inoltre, definivano la presenza di un santuario ed in effetti vennero alla luce i resti di una fontana monumentale, le fondamenta di un tempio e di un altare – dedicati a Demetra e Kore – e altresì recuperati una moltitudine di oggetti come monete, quadretti, vasi e simboli della “fiaccola e del porcellino”, che confermarono il culto alle dee.